Operaperta
è un progetto ideato da una persona che ammiro (e non ne ammiro
molte così spontaneamente) e che riesce a coinvolgermi ogni volta
che “bussa alla mia porta”: Francesco D'Isa. Per chi non lo
conoscesse, consiglio vivamente di scoprirlo sul web, intanto posso
dirvi che è un artista, un narratore e una persona che ha idee
brillanti e le concretizza, senza perdersi. Operaperta ne è un
esempio.
Con
una sintesi quasi pubblicitaria, e non suoni offensivo, il progetto,
nella sua pagina facebook, si presenta con queste parole:
“In
breve: 1) Un art director ha un'idea. 2) Alcuni artisti ne disegnano
una parte. 3) Ognuna di queste parti viene assemblata insieme. 4)
Un'operaperta è nata.”
Per
il primo esperimento, una rivisitazione de “La dama con
l'ermellino”, sono stati chiamati Alessandro Sicioldr, Dario
Molinaro, Vacon Sartirani e la sottoscritta. A mio parere, tutti
artisti con mani diverse ma con assonanze che un'anima sensibile non
può non cogliere e Francesco, art director della ciurma, anima
sensibile è.
(Oh,
magari è uno stronzo, ma questa è l'idea che mi sono fatta finora.
Risata di sottofondo).
Per
facilitare il lavoro di tutte le persone coinvolte, D'Isa ha esposto
poche, semplici regole: utilizzo del bianco e nero e disegnare solo
il pezzo richiesto, senza sfondo. Per il resto, massima libertà. Ha
anche assegnato a ognuno il suo: Alessandro ha avuto il corpo, io la
testa, Vacon l'ermellino e Dario ha disegnato lo sfondo.
I
“pezzi” sono a mano a mano arrivati e Francesco li ha assemblati
digitalmente.
Il
risultato, a mio parere, è stupendo. Lo so, sono di parte, è vero,
devo lasciare a voi il giudizio, ma sono sinceramente soddisfatta di
questa dama del 2000 e ogni tanto devo guardarmela, perché ha
un'energia pazzesca, l'energia di cinque artisti, di cinque persone,
tutti per una sola opera.
Più
ci penso e più ne sono affascinata.
Non
posso dire che durante i lavori, io abbia potuto approfondire il
rapporto con gli altri. Direi quasi niente. Forse è l'effetto
collaterale del lusso di poter lavorare a distanza, o forse no, fatto
sta che ognuno ha fatto il suo e ci siamo consultati sul risultato
finale. Punto. Non è qualcosa che ho avvertito come una strana
mancanza ma certamente “non lo stavo facendo” con anime che
sapevo affini per esperienza personale.
Ed
è proprio per questo che sono affascinata dal risultato: come se
avessimo comunicato, pur nell'ego dell'esecuzione del proprio pezzo,
su un piano invisibile, molto più profondo.
La
dama vibra. Illumina. Esiste.
Ogni
suo elemento è potente e prezioso, ha la stessa valenza, è
amalgamato, eppure tutto è leggibile, armonioso, anche laddove non
mi è sembrato immediatamente.
Sono sicura che creare collettivamente sia uno dei modi più contemporanei, attuali di fare arte.
Scriverò ancora di questo, per il momento vi lascio con il link dalla pagina di Operaperta e con la speranza che molti artisti vogliano fare questa esperienza.
http://www.facebook.com/o.aperta
Operaperta
is a project created by a person that I admire (and I don't admire
many people, so spontaneously) and that is able to involve me every
time he "knocks at my door": Francesco D'Isa. For those who
doesn't know him, I highly recommend to look for his work on the web;
in the meanwhile I can tell you that he is an artist, a storyteller
and a person who has brilliant ideas and realizes them, without
getting lost.
Operaperta
is an example.
With
an advertising summary - I hope it don't sound offensive - the
project in its Facebook page, shows itself in these words:
"In
short: 1) An art director has an idea. 2) Many artists draw a part of
it. 3) Every part is rendered together. 4) An Operaperta is born.
For
the first experiment, a remake of "Lady with an ermine",
were called Alessandro Sicioldr , Dario Molinaro, Vacon Sartirani and
myself. In my opinion, different hands but with similarities that a
sensitive soul must grasp and Francesco, art director of the crew, is
a sensitive soul.
(Oh,
maybe he's an asshole, but this is the idea that I have done so far.
Laughter in the background).
To
facilitate the work of all those involved, D'Isa has exposed a few
simple rules: use of black and white and draw only the required
piece, without background. For the rest, maximum freedom. He also
assigned to each one his own: Alexander got the body, I got the head,
the ermine was for Vacon and Dario draw the background.
Once
the "pieces" arrived, Francesco assembled them digitally.
The
result, in my opinion, is gorgeous. I know, I'm biased, it is true! I
leave you the judgment, but I am truly satisfied with this Lady of
2000 and I often need to look her, because it has an amazing energy,
the energy of five artists, five people, all for a single work.
The
more I think, the more I am fascinated. I can not say that during the
work, I was able to deepen the relationship with the others. I would say
almost nothing. Maybe it's the side effect of the luxury of being
able to work at a distance, or maybe not, the fact is that everyone
has done his and we consulted on the final result. Stop. It's not
something that I felt as a strange lack, but for sure "I was not
doing it" with souls that I know as cognate, from personal
experience.
And
it is why I am fascinated by the result, as if we had communicated,
despite the ego of the implementation of its piece, on an invisible
plane, much deeper.
The
lady vibrates. Lights up. Exists.
Every
element is powerful and valuable, has the same value, but everything
is amalgamated, readable, harmonious, even what initially didn't seem
so.
I'm sure that collectively create, is one of the most contemporary, current way to make art.
I'll write more about this, for now I leave you with the link from the page Operaperta and with the hope that many artists want to have this experience.
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