Io racconto storie e le storie che
racconto hanno come protagonisti gli esseri umani. Non le lumache,
non le nuvole, non la luce delle stelle, ma le persone. Quelle
difettose, manchevoli, a volte disperate, perché le storie
interessanti non parlano mai di una bontà già acquisita, di una
pace vittoriosa dall'inizio alla fine: sarebbero noiose e soprattutto
inutili.
Quindi, capite che non posso
permettermi di detestare davvero un altro essere umano, anche
se ne avessi le ragioni più evidenti, perché quello che detesto, è proprio ciò che mi serve per creare e godere dell'arte: non
posso combattere per eliminarlo, né semplicemente negarlo. Il
processo a me utile (anche se molto faticoso) è quello
dell'accoglienza, dell'osservazione, della comprensione e della
rielaborazione. Non butto via niente, tanto meno quel turbine che si
crea quando qualcuno mi fa del male, direttamente o indirettamente,
vagamente o violentemente. Il mio punto di osservazione, a seconda di come mi sento, può
abbassarsi od elevarsi: di fermo rimangono le
mie “scelte morali”, la mia idea di cosa sia giusto o sbagliato.
E posso arrivare alla condanna teorica ma mai all'esecuzione
pubblica, perché è terribile dire di qualcuno: “Non cambierà
mai! Non lo capirà mai!”.
Questo mi consente di avvicinarmi a
certe maschere, provando repulsione e gratitudine allo stesso tempo.
Ci sono tante maschere e, mentre alcune
si possono intuire subito, altre sono complesse e richiederebbero una
conoscenza prolungata. Alcune sono più leggere e divertenti, di
quelle che usiamo un po' tutti quando è il caso, altre invece sono
incollate con pericolosa potenza al volto, forse fino a
fondersi con esso, e diventa molto difficile capire chi si ha di
fronte, esattamente come è difficile per quel soggetto sentire
profondamente chi è.
Osservare vuol dire conoscere, e voler
conoscere è una forma d'amore. Dico questo perché sono convinta che
tutte le sofferenze umane derivino alla fine dalle stesse cose: non
percepire il valore della propria vita e di quella altrui, la paura
della morte, l'attaccamento a desideri basati sull'illusione... Ma il
fatto scatenante che ha portato ognuno a manifestare questa
sofferenza è diverso per tutti, così come lo è anche il modo di
manifestarla: ed ecco che nascono le storie. Questa consapevolezza mi
porta ad un "sufficiente" livello di compassione e mi aiuta
in quel lavoro di accoglienza e osservazione di cui parlavo
all'inizio. Nonostante l'inevitabile pungersi che reca
l'avventurarsi, mio malgrado, in questi gineprai umani, quello che
mi può tornare indietro vale molto di più della fatica della lotta,
dalla quale, in fondo, nessuno può davvero esimersi, se non
isolandosi dal mondo. Il premio più ambito è il capire qualcosa di
me stessa attraverso gli altri e questo accade sempre, fosse anche
“solo” nell'essere riuscita ad allargare la mia capacità d'amare
o, almeno, a non diminuirla.
Falsi, ipocriti, mascheroni, bugiardi,
gelosi, malinconici, cattivi, perfidi, egoisti, vanitosi, pessimisti,
tristi, depressi, malelingue, aggressivi, ignoranti, egocentrici,
invadenti, inetti, invidiosi (scorderò certamente qualcuno!)
...Grazie! Senza di voi non ci sarebbero storie appassionati: senza
di voi avremmo un mondo noioso.
P.S.
Questo, però, non significa certo che
aiuterò la tua mano a “piantarmi un coltello nel petto”!
P.P.S.
Io non rispetto quello che sei, ma
quello che potresti diventare se tu lo volessi!
THERE ARE MANY MASKS...
...and I am interested in
all of them!
I tell stories and the stories I tell
have characters like human beings. Not snails, not clouds, not light
of the stars, but people. Those defective, deficient, sometimes
desperate, because interesting stories never speak about already
acquired goodness, a victorious peace from beginning to end: would be
boring and mostly useless.
So, you know I can't afford to hate
deeply another human being, even if I had the most obvious reasons,
because what I hate, is exactly what I need to create and enjoy the
art: so I can't fight to eliminate it, nor simply deny it. The
process useful to me (though very hard) is welcome, observation,
understanding and reworking. I do not throw anything away, let alone
the whirlwind that is created when someone hurts me, directly or
indirectly, vaguely or violently. My point of view may rise or fall,
depending on how I feel: just my "moral choices" are firm
and outlined. My idea of what is right or wrong. And I can get
to the theoretical condemnation but never public execution, because
it's terrible think about someone: "He/She will never change!
He/She will never understand!"
This allows me to get close to certain
masks, feeling revulsion and gratitude at the same time.
There are so many masks, and while some
can be understood immediately, others are complex and require a
knowledge prolonged. Some masks are lighter and fun, the kind that
all us use when we need it; others are glued powerfully and
dangerously on the face, almost to merge with it, and it becomes very
difficult to understand who is in front of us, just as it is
difficult for that person deeply feel himself.
Observe means to know and wanting to
know is a form of love. I say this because I am convinced that all
human suffering arise from the same causes: not perceive the value of
their own lives and the lives of others, the fear of death,
attachment to desires based on the illusion ... But the trigger event
that led people to express this pain is different for everyone, as
it's different, also, the way to express it, and it is here that the
stories born.This awareness leads me to a sufficient level of
compassion that helps me in this work to welcome and observation
mentioned at the beginning. Although the crossing of these human
junipers bears inevitable stings, what I can return back is
incommensuralmente more than the effort of our struggle, from which,
after all, no one can really dispense with, if not in isolation from
the world. The ultimate prize, for me, is to understand something
about myself through others and this always happens, even just to be
able to expand my ability to love, or, at least, not decrease it.
False, hypocritical, masks, liars,
jealous, sad, bad, evil, selfish, conceited, pessimistic, sad,
depressed, gossip, aggressive, ignorant, self-centered, overbearing,
jealous (Surely I'm forgetting someone!) ... Thank you! Without you
there would be no fascinanting stories: without you, we would have a
boring world.
P.S.
However, this doesn't mean that I will
support your hand to "put a knife on my chest!"
P.P.S.
I don't respect what you are, but what
you could be if you wanted it!